venerdì 28 giugno 2013

L'ultima follia di un giornale (uno a caso) ovvero...tornate a parlare di tette che è meglio!

[Sì, l'uso della parola tetta alza lo share del 100%, come minimo! Me ne prendo tutte le responsabilità, come sempre.]

[Aggiornamento - 23 Luglio: su Antibufala c'è una pagina dedicata agli appelli al boicottaggio della Nestlé, con una analisi completa del fenomeno "latte artificiale nel terzo mondo"]
[Aggiornamento - 3 Luglio: anche La Repubblica si butta sullo stesso stratagemma sensazionalisto, senza riportare dati e riferimenti alle leggi proposte]

La settimana scorsa
un articolo su "Il Giornale" mi risveglia dal torpore di inizio estate...titolo:

"Venezuela, ultima follia il presidente ora obbliga le madri ad allattare"
Sottotitolo:"L'oppositore Capriles si appella al Papa: "Qui è peggio di prima"

..."Il Giornale", il mio quotidiano preferito...quando finisco la carta igienica in bagno!

Possibile si sia arrivati a tanta follia?



Parlo ovviamente della follia di chi scrive l'ennesimo titolone ad effetto che unisce l'utile (alziamo il numero di visitatori del sito) al dilettevole (sporchi comunisti mangiabambini)!
Potrei risolvere i miei dubbi applicando il teorema del conte Mascetti e in men che non si dica arriverei alla soluzione: "Tarapioca tapioca e supercazzola con lo scappellamento a destra!"

Ma con un giornale così, c'è più gusto ad essere italiani e ad abusare dell'analisi del testo prima ancora che della notizia.


(immagine: agenparl)          


Vi ricordate cosa diceva Robert Langdon, lo studioso di simbologia nel film "The DaVinci Code"?
"how do we penetrate years, centuries, of historical distorsion, defining original truth? Tonight, this will be our quest!"

Come penetrare tra le pagine e le distorsioni de "Il Giornale"?
Adesso, cercherò di fornire qualche informazione migliore e di unire i puntini insieme a voi.
 
Come si fa a distinguere tra realtà e leggenda? Basta leggere! Anzi, basta leggere l'articolo:
"Martedì prossimo si voterà una legge che castigherà con multe pesanti le pubblicità di latte artificiale e biberon, e proibirà ai medici di prescrivere latte in polvere ai neonati. Pena multe di 50mila dollari e la sospensione dal lavoro di 120 giorni. «Tutti i bambini devono avere il latte materno fino ai due anni e il parlamento gli garantirà questo diritto»"
Che è diverso dall'obbligare le madri ad allattare!
 

Bisogna ovviamente capire se si intende castigare le pubblicità a prescindere (un biberon può servire anche per il latte materno), lo stesso per il latte in polvere, nel caso di effettiva necessità del bambino di un latte diverso da quello materno.
"È davanti a questi segnali allarmanti e sempre più invadenti che il leader dell'opposizione Capriles, ha inviato una lettera a Papa Francesco nella quale ha chiesto il suo aiuto per promuovere «un dialogo che si basi sulla verità» denunciando allo stesso tempo le «ripetute violazioni dei diritti umani. Ha accusato il governo di essere responsabile di «ripetuti arresti». Una supplica che non è rimasta inascoltata da Papa Francesco che oggi riceverà in Vaticano Maduro."




Alleluja! Alleluja!
Chissà se Bergoglio, tra l'ultimo libro e il ricevimento di 70 mila Harley Davidson a San Pietro, ha trovato il modo di parlare a Maduro delle preoccupazioni di Capriles?

A giudicare da questa foto...Seguroooo!!!



(foto: Panorama)                       

C'è da ricordare qualche fatto importante accaduti negli ultimi anni: le compagnie che producono il latte artificiale, in particolare la Nestlè, facevano pubblicità ingannevoli (spietate) in molti paesi del cosiddetto terzo mondo, per convincere le donne che il latte materno non fosse la cosa migliore per i loro figli e che il latte in polvere fosse un alimento fondamentale per la vita e lo sviluppo del bambino (1).

Questo è anche il motivo per cui a Roma fu improvvisamente interrotta la collaborazione tra Nestlè e Comune: chi è di Roma ricorda e può vedere alcune installazioni d'arte moderna nelle stazioni della metropolitana B, sponsorizzate da Nestlè.

A seguito della scoperta di questo comportamento scorretto, l'allora sindaco Veltroni (2) decise di sciogliere questa collaborazione e spinse per l'esclusione della Nestlè dall'EuroChocolate di Roma. 

Insomma, tra la notizia data dal giornale nostrano e la storia degli ultimi 10 anni, c'è una certa differenza abissale!

Come è possibile leggere, da UltimaNoticias in data 17 Giugno:
"Sin embargo, el proyecto que se discutirá mañana en la AN, solamente contempla la restricción de promover por medio de publicidad el uso de biberones, así como su uso en las primeras horas de nacido el niño dentro de los hospitales."
Sempre da UltimaNoticias, stavolta del 18 Giugno, si apprende che "No se va a discutir hasta revisarla bien".

Per quanto riguarda le tette e il loro uso, se non si è in grado di leggere una notizia, conviene che si torni a scrivere articoli di più basso livello, come questo stupendo "reportage" sul bar delle tette, ad opera della stessa testata giornalistica.

In questo modo, oltre ad evitare la brutta figura, si centrerebbe immediatamente l'obiettivo di alzare "lo share", senza troppi giri di parole e senza nasconderlo dietro denuncie umanitarie o altre cause meritorie. In questi casi, il successo dell'operazione è assicurato!

Note
(1): qui e anche qui alcune info, sicuramente di parte, ma buona base di partenza per capire (e cercare) meglio.
(2): e questa è la prima cosa buona che si dice di Veltroni da anni,esclusa la sua carriera di scrittore.

2 commenti:

  1. Condivido l'approccio ma faccio mia la domanda della giornalista di Repubblica: "Ma si può veramente costringere all'allattamento al seno tutte le altre, ossia tutte coloro che, semplicemente, scelgono autonomamente di non allattare? Che cosa resta delle conquiste femminili di questi ultimi decenni - grazie alle quali la donna comincia a non essere più sempre e solo identificata con la maternità, ma una persona che può realizzarsi in vari modi, esattamente come gli uomini - quando si porta pregiudizio alla libertà femminile nel nome dell'amore per i figli?"

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    1. La domanda della giornalista di Repubblica sarebbe stata giusta se in Venezuela fosse passata questa legge, cosa non avvenuta ma che si vuole far passare come notizia.
      Finora, la legge (che non è stata nemmeno discussa e la cui discussione è rimandata a data da destinarsi), "solamente contempla la restricción de promover por medio de publicidad el uso de biberones, así como su uso en las primeras horas de nacido el niño dentro de los hospitales"...insomma, da una parte restrizioni alla pubblicità sui biberon dall'altra restrizione dell'uso del biberon nella prima ora dalla nascita di un bambino.

      Ovviamente è la seconda parte che ci preoccupa di più: saremo vigili nel caso in cui ci saranno leggi in tal senso.

      Per il resto però possiamo solo aspettare e parlarne.

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