mercoledì 12 giugno 2013

Con Piazza Taksim. Adesso!

"E' un errore guardare alla Turchia con un occhio offuscato da modelli ingannevoli. Si è parlato di primavera turca, ma non è così. I turchi non sono arabi e Piazza Taksim non è Piazza Tahrir" Emma Bonino, ministro degli Esteri, informativa alla Camera sulla situazione in Turchia, 12 Giugno 2013.
Si è detto molto oggi di questa dichiarazione (qui uno stralcio video) della Bonino.

 (foto: Huffington Post)

C'è chi ha scherzato sul fatto che non servisse il suo intervento per capire la differenza tra turchi e arabi, chi si è scandalizzato di un paragone tra le due piazze e chi ha sentito nell'intervento della Bonino l'ennesimo esempio di incapacità dell'occidente di denunciare le violenze da parte del governo di Erdogan, contro i manifestanti.
Penso che dire "Piazza Taksim non è Piazza Tahrir" voglia essere una indicazione di quello che sta succedendo e la certezza, da parte della Bonino, che non ci sarà un approfittarsi della situazione da parte dei fondamentalisti islamici, cosa che invece è avvenuta in Egitto e in buona parte del Nord Africa protagonista della primavera araba.


Per molti di noi dire che "i turchi non sono arabi" è la scoperta dell'acqua calda, ma c'è un buon 70% di persone la fuori che usa la parola "arabo" per indicare un intero (complesso ed eterogeneo) pezzo di mondo e scambia turco con arabo con lo stessa superficialità con cui scambia un cinese per un giapponese!

Una buona fonte di informazioni può essere il rapporto della Commissione Indipendente sulla Turchia a cui ha partecipato la stessa Bonino (questa è l'edizione del 2009, la prima edizione è del 2004) e in cui si determinano come due cause principali di questa deriva autoritaria sia il trattamento ostile dell'Europa verso la Turchia che l'islamizzazione della società.

E la seconda causa ha attecchito sul terreno spianato dalla prima.

Su un post di abbattoimuri viene citato un mio commento:
"Una dichiarazione, quella riportata sulla stampa, che mi chiarisce in parte Simone segnalandomi il rapporto di Bonino sulla Turchia in cui si determinano che le due cause principali di questa deriva autoritaria siano il trattamento ostile dell’Europa verso la Turchia e l’islamizzazione della società. E la seconda causa ha attecchito, secondo la Bonino, sul terreno spianato dalla prima. Dopodiché Simone dice che “*Piazza Taksim non è Piazza Tahrir* può voler essere una indicazione di quello che sta succedendo e la certezza, da parte della Bonino, che (tra i manifestanti) non ci sarà un approfittarsi della situazione da parte di fondamentalisti islamici, cosa che invece è avvenuta in Egitto e non solo“ .
E’ anche vero però, comunque, che quel che succede in Turchia è come l’Italia. Le nostre forze dell’ordine agiscono allo stesso modo e i livelli di ostinazione del governo quando si tratta di prevaricare i diritti dei manifestanti è tremendo. Tremenda la criminalizzazione della gente che dissente e tremendi gli attacchi in ogni senso.
 ...
Tutto quel che avviene in Turchia lo abbiamo già visto a Genova G8 nel 2001, per la maniera in cui vengono trattati i #NoTav, le cariche in ogni luogo in cui la gente resiste a decisioni che riguardano i propri territori. Il potere decide e la gente non incide."

Non ho un giudizio negativo della Bonino quando dice che "Piazza Taksim non è come piazza Tahrir".
Ma vorrei, "al netto" della diplomazia, una presa di posizione meno ambigua e più dura!
Diplomatica, ma che non guardi solo alla convenienza economica nei rapporti tra Turchia ed Europa.


Con Piazza Taksim. Adesso!

Aggiornamento
Mi viene chiesto, giustamente: "Cosa può indurre a pensare che una posizione dura sia la più conveniente, non solo dal punto “politico” ma anche in funzione del risultato atteso? Qual’è l’unità di misura dell’ambiguità in un caso come questo, dove è in gioco non solo il diritto di autodeterminazione dei popoli ma anche il futuro dell’Europa stessa?".

Penso che
la chiarezza formale non sia poco. Essa coincide con la "maggiore durezza" di cui parlo: quello che desidero è che un ministro dica chiaro e tondo che a piazza Taksim e in generale nel paese si sono consumati dei crimini da parte della polizia, ordinati e giustificati dal governo.Prendo ad esempio questo articolo di Bernard Guetta riportato su Internazionale e cito: "Spalleggiato da un vice primo ministro, il presidente della repubblica Abdullah Gül aveva criticato la brutalità della polizia, teso la mano a quei manifestanti che Erdoğan definisce “terroristi” e ricordato che il diritto a scendere in piazza è inseparabile dalla democrazia."
 

Basterebbe che la Bonino replicasse quell'ultima frase.

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