giovedì 5 settembre 2013

Una contro-cultura pop?

Durante tutta la giornata del 2 Settembre, faccialibro era bombardata di status in cui, in un modo o nell'altro, si rendevano partecipi i propri contatti della trepidante attesa per l'evento della serata: il concerto, in diretta su RaiUno, di Jovanotti.
Praticamente ogni status era una citazione di qualche canzone o un invito a godersi la serata sulla prima tv nazionale.
Il 3 Settembre, gli status esternavano la profonda soddisfazione, una specie di "relax post-coito", come se tutti si stessero fumando una sigaretta dopo una notte selvaggia con Charlize Theron...o come se vi stesse godendo le coccole di Brad Pitt dopo una notte romantica compresa romantica cena a lume di candela e dopo cena nella stanza romantica di un hotel romantico, scegliete voi il finale preferito!


Quali sono stati i risultati? 'nsomma, un po' pochino...meno di 3 milioni di spettatori.
Un flop, rispetto ai tanto attesi 6 milioni di spettatori.

Tutti a vedere le "alternative"? Tutti fissati con le fiction?





(foto: Repubblica.it)



A me personalmente Jovanotti non fa impazzire. A parte "Lorenzo 1993", che non è stato male.
Per il resto le sue canzoni hanno un buon ritmo, della buona musica (Saturnino & Co sanno fare bene il loro mestiere)...ma ne trovo tante in giro (di canzoni) così.
L'eccesso di citazioni e lo spaccio di rime mi hanno fatto temere sempre qualche denuncia ai danni di questo povero ragazzo.
(Se lo desiderate, qui trovate un "breviario" delle citazioni di Jova, nel caso non foste allineati col prodotto)
Per me, chiamatelo pure "razzismo a priori", Jovanotti rimane sempre un prodotto di Cecchetto.

Molti sono entusiasti dei concerti che Jovanotti ha tenuto in tutti questi anni e posso fidarmi di queste sensazioni che, parlando con chi appunto "c'è stato", gli escono ancora dai pori.

Quello che però mi interessa è più il "programma". Per questo trovo interessante e condivido l'articolo di Gad Lerner sul Jovanotti dimezzato.

Come specifica Lerner, qui non si parla del cantante e della sua musica. Si parla del prodotto televisivo, che è differente: lo spettacolo creato e veicolato da Fazio-Gramellini-Serra.
 Persone capaci.
Ma per quanto capaci, hanno assunto il ruolo di prodotturi&pusher di cultura sulla nostra tv nazionale. Con tutti i limiti e rischi che ne competono.
 

Per questo chiedo al lettore di leggere questo post dal punto di vista del programma, non da FAN: per quest'ultima tipologia (di persone e commenti) ci sono le pagine dedicate su facebook e, appunto, la propria timeline.

Quello su cui non corcordo con Lerner è il finale:
"Qualcosa scricchiola negli ingranaggi del circuito commerciale che si protende fin nella Rai per divenire senso comune virtuoso. Forse che stiamo per rivivere un tempo di controcultura alternativa? Non sarebbe una cattiva notizia, anche se noi siamo un po’ tagliati fuori per via dell’età."
Non penso che ci sia da essere così ottimisti.
In primis perchè non è ancora chiaro se il pubblico era ancora addormentato dai trascorsi estivi.
E poi, è il caso di dire, si tratta di controcultura "pop": è così "popular" dire "cosa c'è stasera? no, Jovanotti non mi va di guardarlo, non riesco a guardare i concerti".
Per affermare che stiamo per "rivivere un tempo di controcultura alternativa" servono dei fatti che ne accertino la presenza, da qualche parte.
La controcultura alternativa si vive in altro modo, si vive nelle strade e nelle città, non si vive certamente in televisione.

Chi partecipa o almeno apprezza la controcultura alternativa raramente sta davanti alla tv, per cui non inciderà mai, in positivo o in negativo, sullo share di un qualunque programma.

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