venerdì 7 febbraio 2014

Ladri di numeri

"La rapina, insieme al furto, viene definita un reato “predatorio”.
La sua peculiarità è che nell’esecuzione vi è l’uso della violenza,
che può essere di natura fisica o verbale con ricorso alla minaccia."
Rapporto Istat "Noi Italia"


Mi ritrovo a leggere articoli del Corriere della Sera (12 e 3, dedicato a Roma) e di Repubblica che rilanciano l'allarme sicurezza.

Repubblica chiede commenti al sociologo Barbagli su dei dati (presi da dove?), che spiega così: c'è, ogni 3-4 anni, una tendenza all'oscillazione nei dati e c'è stato un calo continuo e significativo dei reati in venti anni, nonostante un aumento dei reati negli ultimi tre anni. Scendendo nel dettaglio

"Negli ultimi tre anni vi è stato invece un aumento degli scippi, passati da 14mila nel 2010 a 21mila nel 2013: il 50% in più. "Ma la frequenza di questo tipo di reato  -  precisa Barbagli  -  resta assai bassa e molto minore di quella di un tempo (erano 74mila nel '91)". "

tendenza che ci trova allineati al resto dei paesi europei. E, sempre nel panorama europeo, l'Italia ha una situazione molto migliore di altri paesi (quali?).

Nell'ultimo dei tre articoli citati del Corriere compare la parola sicurezza nel titolo...ma non se ne parla nell'articolo! Nell'articolo viene citato, come fosse una fonte autorevole, il sito romafaschifo [1].
Ottimo riferimento. Nel prossimo articolo mettete Cronaca Vera, o le pagine facebook dimissioniKyengeSubito e tutticriminideglimmigrati! [2]

E ovviamente, nei commenti a questi articoli e sui vari social networks, si corre subito a decantare la sicurezza e la perfezione delle civiltà Nordeuropee..."se non fosse per il freddo e il cibo!".

Un buon post di Giuliano Santoro mette a confronto un altro articolo del Corriere della Sera (che a leggerlo sembra la trama di un poliziottesco anni 70) e un articolo dell'Economist (finalmente una fonte seria) in cui ci si chiede: Dove sono finiti i ladri?
Nel post di Santoro e nell'articolo dell'Economist si parla del calo generalizzato della criminalità e di come questo si sia verificato indipendentemente dalle misure securitarie messe in campo in alcuni paesi: Olanda, Canada ed Estonia, hanno avuto un calo nei crimini maggiore che nei più securitari Stati Uniti.
A mio parere, i difetti del post di Santoro sono sia il fatto di associare a questi dati, senza ulteriori passaggi, la necessità di un indulto in Italia, sia il fatto che i numeri a cui ci si riferisce (per quanto riguarda l'Italia) sono un po' datati (la maggior parte delle statistiche linkate si spingono, a meno di due eccezioni, al più al 2009).

Si possono fare delle considerazioni oggettive e non emotive, che prendano in considerazione dati veri, affidabili, aggiornati (per quanto possibile), e allo stesso tempo non passare dal buon senso alla sensazione di insicurezza (la cosiddetta insicurezza percepita)?


Sì!


Si. Può. Fa-re!


Basta andare qui, sul sito dell'Istat (una versione pdf con i dati fino al 2009 si può scaricare qui), in cui sono riportati i dati non solo per l'Italia ma anche per altri paesi europei, relativi a rapine, furti e omicidi (questi ultimi sue sono rispettivamente nella pagina seguente e precedente a quella del link.

E così scopriamo che...
- negli ultimi 20 anni il trend relativo non solo agli omicidi, ma anche a furti e rapine, è in netto calo;
- nel contesto europeo, Danimarca, Belgio, Irlanda e Olanda presentano un numero di rapine e furti fino a 4 volte superiori a quello dell'Italia;
- l'Italia dal 2009 si colloca sotto la media europea per quanto riguarda furti, rapine ed omicidi;
- nei confronti con gli altri paesi, fanno eccezione le rapine in banca: "Per le rapine in banca l'Italia presenta storicamente valori più elevati rispetto agli altri paesi Ue. Il divario tuttavia, si è sensibilmente ridotto nel biennio 2008-2009, in conseguenza della diminuzione di questa tipologia di reato nel nostro Paese.";
- si registra una diminuzione delle rapine: "Il recente miglioramento nella posizione relativa del nostro Paese nel contesto Ue è dovuto alla diminuzione sia delle rapine che dei furti con strappo iniziata nel 2008";
- si registra un incremento di furti, in particolare furti con strappo e furti in abitazione.



Insomma, volendo proprio fare dei confronti (le civiltà Nordeuropee...) ne usciremo positivamente. Ma la "percezione della sicurezza" è un fenomeno che ha una misura a se stante, che non possiamo derivare direttamente da questi numeri.

Consideriamo i numeri: 250 furti e rapine in casa ogni 100.000 abitanti.
Immaginiamo una città come Roma e una zona ad alta densità di abitanti: può trattarsi di quartieri come il Tuscolano un serpentone lungo 8 chilometri dal centro al limite del raccordo, che si sviluppa per centinaia di metri su entrambi i lati) o Torpignattara, che si sviluppa tra due o più strade consolari.
Si tratta di quartieri in cui abbiamo rispettivamente 100.000 e 50.000 abitanti: quindi, ogni mese, almeno 20 e 10 furti e rapine in abitazione. Ogni chilometro, sulla Tuscolana, ho più di 30 furti e rapine all'anno.
Letti così, i numeri fanno rumore!

A questo punto è facile capire come da un aumento del 20% nel 2011 dei furti in abitazione (da 208 a 250, rispetto all'anno precedente) si passi ad un aumento di tutte le emozioni negative citate sopra, in maniera non lineare: ogni persona trasmette l'informazione a tutti i suoi "vicini", a tutti quelli con cui ha una relazione di qualunque tipo.
È la nostra natura, la propagazione della paura è una necessità che ci ha permesso di sopravvivere e superare i pericoli incontrati dalla nostra specie in tutte le epoche, dalle calamità naturali ai predatori, dalle pandemie alle hit di Gigi D'Alessio.

Certamente i dati reali sono amplificati da chi ha capito e vuole sfruttare il fatto che questa ulteriore paura va a sommarsi alle altre paure, legate all'instabilità politica, sociale e lavorativa: alla paura dei furti, al senso di insicurezza nelle strade, si aggiunge il senso di insicurezza, di sconfitta e la rabbia di non potersi sentire al sicuro, in pace, persino dentro casa.
Ed è immediato immaginare l'estrema facilità con cui si possono trainare tante persone sotto l'ombrello del securitarismo.

Roba da maghi del marketing? Non tanto. Basta un Salvini o Simona Bordonali (l'assessore alla Sicurezza della Regione, Lombardia) per sfruttare un caso recente (l'aggressione a colpi di mannaia) o un caso più lontano e che non c'entra niente, come Kabobo a Firenze.

AGGIORNAMENTO - 4 Agosto 2014
A 6 mesi dalla pubblicazione di questo post, L'Espresso si sveglia e parla dei dati ufficiali: da questa pagina del settimanale è possibile vedere i dati della criminalità relativi alla propria città. Per i commenti, avrebbero fatto prima a rivolgersi a me:
"Il primo mito da sfatare è quello degli omicidi. Nonostante gli speciali televisivi, i numeri indicano chiaramente che gli omicidi sono in calo da anni: nel 2012 ce ne sono stati 0,9 ogni 100mila abitanti. Nel 1991 - preludio dello stragismo mafioso - erano quasi quattro volte tanto. L'Italia è anche sotto la media europea, che è di 1,2. E nel complesso a diminuire sono tutti i crimini di natura non economica.
 L'altro lato della medaglia sono i furti e in generale i reati contro la proprietà. Secondo uno studio del consorzio interuniversitario Transcrime, coordinato da Marco Dugato, negli ultimi anni i furti in appartamento sono raddoppiati. Ricominciano a crescere anche borseggi e rapine, così come lesioni e minacce.
"

Note:
1: hanno inventato dei profili su twitter, @parisfaschifo e @newyorkfaschifo, che prendono in giro romafaschifo. Chi è andato in difesa di "Roma fa schifo"? Ovviamente (e in prima pagina) Il Messaggero...quotidiano di un noto palazzinaro. Sarà un caso?
2: esistono veramente!
3: consideriamo - ipotesi ipersemplificatoria - che il numero di furti sia stabile negli ultimi 3 anni.

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