lunedì 24 marzo 2014

Tutto il mondo è paese - Amburgo (1)

Da oggi inauguro una serie di post dal titolo "Tutto il mondo è paese".
L'avvicinarsi delle elezioni europee ha accelerato il bisogno di mettere su carta i pensieri che ho raccolto negli ultimi mesi, leggendo le notizie di quanto sta accadendo in realtà distanti geograficamente eppure così vicine dal punto di vista sociale e politico.

Sono convinto che nella nostra cara vecchia Europa, fermo restando le differenze sostanziali tra un paese e l'altro, ci sia un sentire condiviso, vuoi per le necessità comuni a qualsiasi essere umano, vuoi per la cosiddetta globalizzazione che ha reso simili i nostri consumi e i temi affrontati nei nostri discorsi.
Il concetto, spesso volutamente dimenticato, che le classi sociali e soprattutto il conflitto di classe esistono e questo accade dal nord al sud dell'Europa (e del mondo), tanto nelle realtà urbane tanto in quelle rurali, conferma che siamo simili soprattutto nelle differenze.

Quali sono quindi questi temi comuni? Sono tanti e diversi: ho già parlato del conflitto di classe, ma cito anche parole come crisi, precarietà, politiche liberiste, beni comuni, immigrazione, gentrificazione, larghe maggioranze.

Cominciamo questo tour con Amburgo.
Dallo scorso dicembre, Amburgo è stata protagonista di alcuni scontri tra manifestanti e polizia, proseguite fino a Gennaio: dall'inizio delle ostilità alla creazione di una zona rossa (Gefahrengebiete) che non ha fatto altro che acuire le proteste e allargarle ad una fetta importante delle popolazione.
"In un'unica piattaforma di lotta trovavano così convergenza tre questioni di scottante attualità: la condizione degli oltre trecento richiedenti asilo di origine africana che, dopo aver attraversato il Mediterraneo e l'inferno di Lampedusa, hanno raggiunto il nord della Germania e occupato un'edificio religioso proprio ad Amburgo; la situazione dei centodieci appartamenti che si trovano nel quartiere di St. Pauli e che dovrebbero essere abbattuti per un intervento di ristrutturazione urbana; il futuro della Rote Flora, lo spazio sociale occupato nel quartiere di Schanze, a rischio di vendita sul mercato da parte dell'attuale proprietario e, potenzialmente, di sgombero."
Lascia di stucco il fatto che la polizia di Amburgo si sia arrogato il diritto di creare una zona in cui venivano sospesi i diritti democratici della popolazione residente e di chiunque vi si trovasse a passare. Situazione ben diversa della comunque grave istituzione di un coprifuoco.

Il 14 Gennaio, le proteste dei cittadini hanno sortito il giusto effetto: il Gefahrengebiete è stato abolito.


Ho avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchere con Julian Finn, un attivista che da anni segue le dinamiche sociali in Germania ed in particolare ad Amburgo.


In un post sul suo blog, Julian ha scritto un eccellente “…tentativo di spiegare la situazione corrente ad Amburgo per tutti quelli che stanno leggendo commenti con hashtag #gefahrengebiet, "Rote Flora", "Lampedusa in Hamburg"”.

Julian spiega come l’esplosione di due fenomeni quali la gentrificazione e leggi razziste sull’immigrazione in tutta la Fortezza Europa sono state i focal point alla base degli attuali conflitti sociali di cui abbiamo letto e sentito nei giorni scorsi.
Ad ottobre una manifestazione di protesta a St. Pauli contro le azioni di ricerca, eseguite senza alcuna parvenza di legalità, di persone di colore, è stata fermata dalla polizia dopo solo un centinaio di metri dall’inizio. La motivazione ufficiale è che ciò è stato fatto per prevenire le violenze. Ciò ha innescato una serie di proteste nelle settimane seguenti, culminate con la rivolta del 21 Dicembre.
La polizia ha emesso un comunicato (molto contestato) il 28 Dicembre, secondo cui nello stesso giorno un gruppo di rivoltosi avrebbe attaccato la stazione di polizia di St. Pauli e anche un poliziotto…in seguito la polizia ha ammesso l’errore nel comunicato…tutto ciò, insieme alle pressioni da parte dei mezzi di informazione e alle forze di polizia che tentavano di contenere le proteste spontanee che nascevano quotidianamente, ha portato la polizia a dichiarare una vasta area di Amburgo come Gefahrengebiet o Danger Zone. Questo stato permette alla polizia, in quell’area, di cercare e fermare persone senza alcuna garanzia legale e, senza alcun ordine aggiuntivo emesso dal tribunale, di emettere lettere di sfratto o Aufenthaltsverbote”.
Mi sono chiesto quali sono realmente gli “attori” che si muovono su questo “palco”, non solo la polizia e le persone che protestano, ma tutta la società di Amburgo, e capire le relazioni tra questi gruppi.
Mi sono chiesto (e cerco ancora delle risposte): come è possibile che, nel cuore della Fortezza Europa, uno scontro sociale non sia accompagnato o almeno porti ad una discussione pubblica e a delle ripercussioni politiche?

Ho quindi deciso di contattare Julian, per avere maggiori informazioni e, partendo dal suo post, fare qualche domanda in modo da aiutarci a capire meglio la situazione rispetto alle poche righe riportate dai nostri media.

Ciao Julian, prima di tutto potresti dirci chi sei e quali sono I tuoi interessi…insomma, una presentazione di te stesso?
Certamente! Mi chiamo Julian, ho 33 anni, sono laureate in Computer Science e lavoro come technical project manager in una società editoriale. A parte questo, sono interessato a tutto quello che riguarda le nuove tecnologie e il loro impatto sulla società, sulla politica e sull’arte. Inoltre qualche volta scrivo e manco dall'Italia dallo European Social Forum del 2002 a Firenze.

Vorrei cominciare con qualche domanda che ci permetta di chiarire la situazione ad Amburgo: il punto più oscuro è legato alle relazioni tra chi protesta, i movimenti ed i cosiddetti “cittadini”, oltre che alla composizione sociale di questi attori.
Sul tuo post hai scritto che molti di quelli che protestano provengono da diversi paesi Europei. Ma cosa mi dici invece delle persone che vivono ad Amburgo? Quali sono in generale le relazioni tra gli immigrant e le alter persone che vivono ad Amburgo? Pensi che le persone vedano loro stesse in un frame “legal citizen vs illegal citizen” oppure ci sono dimostrazioni di solidarietà verso gli immigrati e, più in generale, verso chi protesta?

C’è molta solidarietà. Ma più in generale non ci sono queste "masse di immigrati", per cui non si può parlare di un sentimento generale. Il gruppo “Lampedusa-in-Hamburg” è costituito da 300 persone, su una popolazione totale di 1,7 milioni di abitanti. Sò di persone che hanno donato vestiti al gruppo di Lampedusa, ma più che altro si tratta di un fatto simbolico. La situazione generale con l’immigrazione in Germania è molto più difficile. Potrei elaborare in modo più approfondito la questione ma non sono sicuro tu voglia sentirmi parlare del razzismo quotidiano e delle persone di destra che attaccano i rifugi dei senzatetto. Certo, facendo un confronto con ciò che sento da altri paesi europei, penso che la popolazione sia abbastanza “amichevole”. Certamente le cose stanno peggiorando, ma c’è sempre il “peggio”.


Quali sono i movimenti sociali più impegnati nelle recenti proteste? Ci sono figure politiche e culturali (anche singoli e non necessariamente legati a movimenti o paritti politici) che condividono le ragioni di chi protesta?
What are the social movements more committed in the recent protests? are there political and cultural figures (even single, not necessarily related to political parties and movements) sharing the same reasons of protesters?
È difficile rispondere: le chiese stanno dando molto supporto ai rifugiati ma più su un livello caritativo che politico. C’è un gruppo che si chiama “recht auf stadt” che è molto impegnato sul piano delle iniziative anti-gentrificazione. Il movimento del Rote Flora è guidato principalmente da gruppi autonomi di sinistra. La dimostrazione del 21 Dicembre era stata organizzata dalla sinistra autonoma. Più in generale, non ci sono gruppi più “grandi” (sindacati, partiti politici) impegnati su questo fronte.

Per alcuni commentatori e giornalisti, ciò che è accaduto/sta accadendo ad Amburgo è la prova che il potere giudiziario sta perdendo potere rispetto a quello esecutivo. Si riferiscono in particolare alla decisione del Ministro dell’Interno di Amburgo, Michael Neumann, relativamente alla legge sul coprifuoco. Non sono un esparto in legge e, in particolare, della legge tedesca, ma molti commentatori politici dicono che la decisione della polizia è anticostituzionale…qualcuno sis ta muovendo in questa direzione?
La legge è stata contestata alla Corte ma non c’è stata ancora una decisione. Non credo, tuttavia, che il potere giudiziario stia perdendo potere. Altrimenti ciò vorrebbe dire che non avrebbero la capacità di revocare una legge che ritengono incostituzionale: se non abrogano la legge è semplicemente perché hanno l’opinione “legale” che tutto sia ok.

Secondo te, il Gefahrengebiete/coprifuoco dichiarato dalla polizia è un atto legale oppure c’è la possibilità che la polizia e il governo di Amburgo siano andati oltre certi limiti, oltre quanto gli spetta di diritto?


Non c’è un coprifuoco. Coprifuoco significa che la popolazione, in generale, deve rimandere tappata dentro casa. La situazione è più che altro riassumibile nella possibilità, da parte della polizia, di fermare e perquisire le persone dopo le 6 del pomeriggio. Personalmente trovo difficile che il governo "non" sia andato contro i limiti del suo mandato. Ma non sono un avvocato (risata). Certamente sono andati oltre i limiti morali di ciò che ad un governo “dovrebbe” essere permesso di fare.


CONTINUA

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