mercoledì 30 aprile 2014

Tutto il mondo è paese - Cracovia

La Polonia dei libri di storia e delle storie di tante badanti.
La Polonia troppo vicina all'Ucraina o degli accordi con la NATO o con la UE.
Ma la Polonia, che fonda ancora buona parte dell'economia nel settore agricolo, dove nelle zone rurali ci sono importanti sacche di povertà, sta anche riuscendo nel tentativo di creare tutte le condizioni necessarie per attrarre investimenti stranieri (qui alcuni dati economici e politici per avere una visione di insieme del paese).

Oggi siamo a Cracovia, seconda tappa della serie di post "Tutto il mondo è paese" (qui la prima tappa) che ci accompagnerà verso le elezioni europee, e vedremo di scoprire alcuni lati nascosti di questa città e di questo paese.


Ad accompagnarci sarà Magda Kufrej: laureata in giornalismo con un joint program delle Università di Aarhus (Danimarca), Amsterdam (Olanda) e City University London (UK), Magda ha anche una laurea in Relazioni Internazionali conseguita presso la University of Economics di Cracovia. Ha lavorato per due anni come reporter del quotidiano polacco Dziennik Polski e attualmente lavora presso l'ufficio stampa dello European Research Council, un ente scientifico finanziato con fondi pubblici, con sede a Bruxelles.
Ho conosciuto Magda alcuni anni fa, durante una sua vacanza a Roma, e l'ho reincontrata, di nuovo a Roma, quando era impegnata con la sua tesi sul turismo religioso, durante i giorni della beatificazione di Wojtyla.

Ciao Maga, piacere di rivederti. Cominciamo con il tema del momento...la Russia: quali sono i sentimenti e le reazioni dei polacchi dopo questi ultimi avvenimenti?
La Russia e Putin non sono mai stati così forti come in questo momento. Il governo polacco ha cercato di spingere in tutti i modi la UE a fermare la Russia, in particolare a dichiarare l'embargo, ma la UE non è riuscita a rispondere per tempo. La sensazione generale in Polonia è che Putin possa ripetere lo stesso copione pensando sfruttando la presenza della minoranza russa in Polonia. In generale c'è paura, paura che la situazione possa peggiorare, che possa presentarsi un periodo caratterizzato da forte instabilità politica e un crollo dell'economia. Non è un caso che mentre in tutto il resto della UE ci siano tagli alle spese militari, la Polonia è l'unica che ha aumentato le spese in quel settore.

Un altro tema che desta curiosità è il recente trend che vede, in molti paesi dell'Europa occidentale, il ritorno degli immigrati dell'Europa dell'est verso i paesi di origine. Spesso sono persone tra i 20 e i 40 anni, con un mestiere, che vedono nei paesi di origine una via di fuga dalla crisi. Allo stesso tempo sembra che la Polonia riesca ad attirare numerosi stranieri.
Non ho esperienze e conoscenze personali per quanto riguarda i polacchi che tornano nei luoghi di origine, ma se ne comincia a parlare molto nei giornali. Per capire il fenomeno, credo basti dire che il costo della vita in Polonia è il 50% rispetto a quello di paesi come l'Inghilterra, l'Italia e il Belgio.
Conosco invece tantissime persone non polacche che sono andate in Polonia per lavorare presso una delle tante compagnie internazionali che hanno stabilito lì nuove sedi, favorite da alcuni fattori-chiave: la bassa tassazione, la modernizzazione delle infrastrutture e delle logistica, la stabilità politica, il contesto internazionale. Chiarisco quest'ultimo punto: nonostante questa apertura internazionale sia recente, tantissimi giovani polacchi sono andati a studiare e lavorare all'estero e poi sono tornati in Polonia per lavorare in queste multinazionali. Si tratta di un patrimonio per il paese e per queste aziende, che possono contare su persone che conoscono bene più di due lingue: oltre al polacco e all'inglese, conoscono la lingua del paese in cui sono vissuti per alcuni anni.

Raccontaci qualcosa di Tusk, del suo governo e più in generale della vita politica in Polonia.
La situazione era già buona da prima che precedente presidente morisse, ma Tusk è stato capace di creare un governo stabile, che non è cambiato dopo quattro anni. I suoi ministri sono specialisti apprezzati nel loro settore. Molto apprezzato è stato l'operato del ministro delle finanze, considerato una persona molto intelligente e che, soprattutto, è stato capace di prendere molti fondi dalla UE.


Tusk si presenta anche come un riformista, sotto diversi punti di vista. Ha aumentato l'età in cui le persone possono andare in pensione e le proteste sono state molto contenute: le persone hanno preso questa riforma come qualcosa contro cui non potevano fare niente. È stato fatto un tentativo per introdurre una legge che sancisce diritti per le coppie di fatto, comprese le coppie gay, e che permette, tra le altre cose, l'eredità da un coniuge deceduto. Ci sono state molte proteste e la legge non è passata anche per i voti contrari di alcuni parlamentari del partito di Tusk.
La Polonia è un paese molto conservatore: questo è uno dei punti fondamentali da tenere presente quando si parla di politica. Ad esempio non ci sono diritti per gli omosessuali e le coppie non sposate. In precedenza ci sono state altre proposte di legge, meno restrittive, per le coppie di fatto, sostenute dai socialdemocratici e dal partito Palikot.

Cosa è il partito Palikot?
Palikot è un politico che ha fondato il suo partito dopo essere uscito dal partito di Tusk. Il programma politico di Palikot comprende la legalizzazione dell’aborto, della fecondazione assistita, dei matrimonio tra persone dello stesso sesso, della legalizzazione delle droghe leggere e l’eliminazione dell'insegnamento della religione cattolica dalle scuole.

Un partito che prende il nome del suo capo...sembrerebbe un partito populista?
Non lo definirei populista...diciamo che è una persona che cerca di sfruttare la sua immagine per fare pubblicità al partito. È un partito ecologista, vicino alle cause femministe, dei gay, dei transgender.
Recentemente c'è stata una protesta, organizzata dalle madri di persone con handicap, contro il governo, a causa della mancanza di sostegni sociali. Tutto ciò accadeva durante un congresso del partito di Palikot, che ha invitato le madri ad approfittare delle telecamere dei giornalisti, per lamentarsi del governo.

Cosa mi puoi dire della situazione delle donne in Polonia?
È sicuramente buona rispetto a quella di molti paesi. Un'eredità del regime comunista è questo concetto di uguaglianza nel mondo del lavoro: i salari di donne e uomini sono simili.
Questa situazione cambia molto nel mondo politico: c'è ancora questa immagine secondo cui il politico "forte" è "uomo". Le donne potenti in politica sono le ministre, che però sono nominate, non elette.
E possiamo dire che quasi il 100% degli imprenditori sono uomini: basti pensare che quella che viene considerata la donna polacca più potente è la moglie dell'uomo polacco più ricco.

Ci dicevi che la Polonia è un paese conservatore e che ci sono state manifestazioni contro tentativi di promulgare leggi progressiste. Ma la situazione si è spinta oltre? Ci sono casi importanti di razzismo e xenofobia?
Una cosa di cui è importante parlare è il caso di "Radio Maria". Si tratta di una emittente controllata da un prete molto potente, Tadeusz Rydzyk, da lui usata per lanciare i suoi anatemi razzisti, antieuropei e antisemiti. È ancora molto potente, nonostante i contrasti col Vaticano e con i partiti che prima gli erano vicini. Anche Tusk è contro di lui, praticamente con Rydzyk rimane solamente l'estrema destra.
In generale, la politica polacca è molto influenzata dai preti e dalle messe della domenica.
Ci sono dei movimenti xenofobi: durante l'ultimo festa dell'Indipendenza, a Novembre, hanno manifestato al grido di "Polonia ai polacchi". Ma il loro vero nemico sono i polacchi liberal e gli omosessuali.
L'omofobia è un problema in Polonia: ci sono molte NGO, movimenti civici e campagne sociali, questa ad esempio è una campagna molto ben fatta che vorrei segnalare.



Con tutta questa crescita economica, si nota anche un aumento dei prezzi delle case e degli affitti? Ci sono casi di gentrificazione come accaduto in altri paesi europei?
La situazione, da questo punto di vista, è ancora rosea: sono tantissimi i giovani e le giovani coppie che possono permettersi di andare in affitto o comprare casa in città, anche grazie a degli aiuti statali.
C'è stata un'eccezione, cominciata dieci anni fa, nel quartiere ebraico di Cracovia, Kazimierz. All'epoca la città di Cracovia cominciò a vendere i vecchi social building. Da quartiere povero e abbandonato, è diventato il quartiere trendy per eccellenza, pieno di pub e locali e preda dei turisti [altre info qui, qui e qui].
Ma a parte questo caso, le città polacche hanno un ampio margine di crescita: la popolazione è ancora abbastanza bilanciata tra quella rurale e quella urbana e nonostante la necessità delle persone di spostarsi verso le città, attualmente sono poche le città che superano i 100-150 mila abitanti.

Bene, siamo giunti al termine di questa chiaccherata. Vuoi dirci quale è la tua visione del futuro per la tua città e il paese?
Cracovia è la nuova Berlino: divertente ma ancora economica, più internazionale e dentro l'economia globale.
Continueremo questo periodo di sviluppo con un basso costo della vita e c'è tutto il potenziale per diventare una economia di riferimento a livello globale.
Il paese è in preda a questa euforia: è una economia totalmente liberale, come negli USA.
Onestamente, sono positiva sul futuro, a parte i possibili problemi legati ad un'eventuale guerra con la Russia.

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